DSA, disgrafia, corsivo e grafologia

Dislessia, disortografia, disgrafia e discalculìa sono i Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) tutelati dalla Legge e diagnosticati dal SSN o dalle strutture accreditate di ogni Regione.

Disgrafia e disortografia fino a non molto tempo fa erano considerate “uno” e catalogate come Disturbi della Scrittura, ma col tempo e i nuovi studi si è determinato che ognuna assume caratteristiche sue proprie. Anzi, la disortografia si dice che sia la “dislessia scritta”.

Una volta ottenuta la certificazione di uno o più DSA, lo studente rientra di diritto nei Bisogni Educativi Speciali e viene per lui redatto il PDP (Piano Didattico Personalizzato) dagli Insegnanti, in accordo con la famiglia. In sostanza il programma didattico annuale rimane uguale a quello del resto della Classe, ma vengono previste misure personalizzate per il raggiungimento degli stessi obiettivi. Per quanto riguarda la disgrafia viene per esempio proposto l’utilizzo del PC, vengono concessi tempi dilatati per lo svolgimento dei compiti, è previsto l’esonero dal dettato, ecc. Il tutto per fare in modo che l’alunno scriva meno possibile, soprattutto in corsivo.

Purtroppo alcuni Istituti tardano a stilare il PDP, che viene redatto ad Anno Scolastico inoltrato. In questo modo il contenuto non viene sempre discusso con le famiglie che si trovano costrette a sottoscriverlo al buio, e con loro totale dissenso. Nella quotidianità scolastica si rincorrono anche notizie secondo le quali non tutti gli Insegnanti applicherebbero le misure e gli strumenti previsti, e non tutte le famiglie degli altri alunni in Classe comprenderebbero il significato e l’importanza di tali facilitazioni, interpretandole piuttosto come “ingiustizie” nei confronti dei loro figli. Inutile sottolineare quanto queste situazioni, speriamo marginali, complichino ulteriormente il percorso scolastico di questi studenti con reali difficoltà.

I DSA sono disturbi veri e propri, ma la scrittura disfunzionale può non avere tutte le caratteristiche per approdare ad una vera a propria certificazione. Ancora oggi la penalizzazione maggiore per questi studenti è che, se non rientrano nelle deviazioni standard sufficienti, restano semplicemente nel limbo. In entrambi i casi non è prevista la presa in carico dal SSN e rimane comunque il problema irrisolto di non possedere una grafia fluida e/o comprensibile e di perdere molta energia per scrivere, a scapito spesso dei contenuti. Nel caso della certificazione almeno sono tutelati dalla Legge, che però non affronta la problematica ma cerca di aggirarla.

Coloro che cercano un supporto o desidererebbero intraprendere un recupero, devono agire privatamente. Una figura professionale che agisce unicamente sulla scrittura manuale in tutte le sue espressioni, dall'Infanzia all'età adulta, è il Grafologo Educatore del Gesto Grafico. La grafologia applicata al recupero della capacità scrittoria studia i deficit della scrittura manuale dal secondo dopoguerra; avvalendosi di diverse tecniche ha come scopo quello di migliorare la situazione iniziale, partendo dalle lacune e dalle potenzialità individuali.

La scienziata Lucangeli propone una lettura nuova, che strappa questi ragazzi alla semplice “etichetta di DSA”, proponendo di considerare che le cause di tali disturbi possono essere sì genetiche e immutabili, ma che le conseguenze invece abbracciano molte variabili, facendo delle funzioni intaccate materiale plastico modificabile (vedi la pagina FB “disgrafia-verona.it” o la pagina dell’autrice stessa, dove sono pubblicati diversi video dei suoi interventi sul tema).

Tornando nello specifico, per questi studenti con disgrafia o con difficoltà di scrittura l’obiettivo non sarà quindi la calligrafia, ma sarà invece: ridurre la fatica, acquisire maggiore padronanza del gesto e fluidità, sarà ottenere maggiore chiarezza nelle lettere la quale faciliterà la fondamentale capacità di rilettura e di autocorrezione degli propri svolgimenti. Il punto nodale sarà perciò la capacità o meno di migliorare la situazione più o meno compromessa nel tempo, automatizzando a sufficienza un gesto grafico funzionale in termini di chiarezza e di velocità.

Accorgersi delle lacune in questo senso è già possibile all’ultimo anno della Scuola dell’Infanzia, come spiegato bene nel Corso Base Filoscrittura “Lo Scarabocchio”, lavorare sulla prevenzione sarebbe un grande e possibile obiettivo per l’Istruzione.
Procedendo gradualmente per Classi purtroppo corsivo maiuscolo e minuscolo qualche volta restano un forte desiderio di genitori e Insegnanti, diventando invece un ostacolo insormontabile per alcuni alunni e alunne. La “scrittura elegante” necessita infatti di maggiore abilità e i modelli stampato minuscolo e stampato maiuscolo, di più semplice esecuzione, sono il limite che viene automaticamente posto a chi manifesta da subito la difficoltà ad apprendere il corsivo.

Il pensiero del recupero sulla scrittura manuale è spesso un'utopia, superato dalla semplificazione “userà il computer”, “l’importante sono i contenuti”, oppure dal “non ci si può fare niente ormai”, in ultimo dal “non stanchiamolo inutilmente a recuperare”. Mentre invece, come scienza ormai insegna, il pensiero scritto a mano (se non è una fatica) favorisce apprendimento, memoria, qualità dell’esposizione, va a toccare aree del cervello che i modelli stampato e il typing (la digitazione) non attivano (vedi qui il nostro articolo).
In questo quadro contemporaneo, è arrivata anche la pandemia…

Gli alunni non hanno praticamente più scritto a mano per mesi, sono stati rinchiusi nelle loro case se fortunati davanti alle video-lezioni e con compiti da svolgere e inviare tramite PC. Grande aiuto il computer in caso di difficoltà di scrittura e in caso di isolamento sociale, ma al contempo grandi danni all’abilità fino-motoria della scrittura manuale, esercizio di fondamentale importanza.

Come possiamo ben intuire sul foglio confluisce la nostra personalità, la nostra emotività poi incide non poco sugli apprendimenti e sui sentimenti scatenati dalla chiusura degli scorsi mesi. Tutto questo prende inevitabilmente forma nelle lettere e nell’organizzazione del foglio. Alcuni bambini hanno subito complicazioni emotive che hanno portato a stati regressivi, i quali si leggono chiaramente dentro alla scrittura soprattutto osservando la differenza nel tratto da marzo 2020 a settembre 2020.
Adesso non sottovalutare l’aspetto scrittorio è di primaria importanza, nonostante tutte le incertezze e il resto delle lacune che questa situazione ha portato. L’ideale sarebbe imparare ad identificare alcuni aspetti cardine della grafologia per riconoscere anche i deficit lievi della scrittura e poter programmare alcune attività nel tentativo di sciogliere autonomamente i possibili blocchi sopravvenuti.

Sono in programmazione dei Webinar sull’argomento ed è possibile richiedere un consulto personalizzato.

Dottoressa Dialisa Salamone

(Webinar info su pagina FB disgrafia-verona.it / Skype per consulto solo su appuntamento tramite richiesta via mail a info@disgrafia-verona.it)